Videomessaggio del Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina nella 198 ª settimana di guerra su vasta scala, 30 novembre 2025

30 novembre 2025, 20:40 6

Sia lodato Gesù Cristo!

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

Questa domenica segna già la 198ª settimana della grande guerra in Ucraina. Consideriamo queste settimane come le settimane dell’invasione su vasta scala, ma sappiamo che la guerra della Russia contro l’Ucraina dura già da più di 10 anni.

La settimana che volge a termine è stata invero un periodo di grandi scosse, ma anche di grande eroismo; di grandi delusioni, ma anche di grande sapienza del nostro popolo.

A volte, noi credenti, persino in simili circostanze di crisi, vediamo la presenza del Dio vivente in mezzo a noi e sentiamo che, proprio nei momenti più difficili della storia, il Signore vi entra e le dona un nuovo significato. Perciò questa settimana in Ucraina è stata anche una settimana di speranza nella forza di Dio, che si manifesta anche attraverso la nostra impotenza, come ci dice l’apostolo Paolo.

Su tutta la linea del fronte continuano duri combattimenti. Oggi in modo particolare siamo preoccupati per il Sud dell’Ucraina, per i nostri difensori nella città di Hulyaypole, nella regione di Zaporizhzhia, e per i nostri difensori di Pokrovsk, Myrnohrad, Vovchansk e Kupyansk, nella regione di Kharkiv.

Questa settimana è stata di nuovo una settimana di crimini di guerra commessi dalla Russia contro la popolazione civile. Nella notte del 25 novembre, la città di Kyiv, la nostra capitale, ha subito un nuovo massiccio attacco. Sono morte sette persone e decine sono rimaste ferite. E ancora, nella notte del 29 novembre, il nemico ha nuovamente lanciato un massiccio attacco contro Kyiv con diversi tipi di armi.

Abbracciamo coloro che soffrono. Preghiamo per il riposo eterno di quanti hanno perso la vita in queste tragiche circostanze. Sosteniamo tutti quelli che hanno perso la speranza e che ormai hanno le mani affievolite.

Ma è proprio per questo che resistiamo! Desidero esprimere profonda gratitudine a tutti coloro che in questa settimana hanno combattuto per l’Ucraina: ai nostri militari, grazie ai quali siamo vivi, che difendono il cielo sopra le nostre città e i nostri paesi; ai nostri medici, che salvano la vita a numerosi feriti; ai nostri soccorritori, come pure alle autorità locali e statale. Ogni colpo, ogni attacco contro le nostre città e i nostri paesi è infatti una prova di resistenza per le nostre istituzioni statali.

Ancora una volta, a nome di questo popolo ucraino martoriato ma fiducioso, vogliamo dire al mondo intero: l’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!

Questa settimana hanno avuto luogo giorni ed eventi particolari, importanti sia per i vescovi cattolici dell’Ucraina di rito bizantino — la Chiesa greco-cattolica ucraina — sia per i nostri fratelli vescovi di rito latino. Abbiamo iniziato questa settimana con esercizi spirituali, un ritiro che si è svolto qui, nel Santuario mariano di Zarvanytsia. Il ritiro lo abbiamo concluso con il nostro incontro fraterno, durante il quale, dopo aver ascoltato la Parola di Dio, nella preghiera e nel digiuno, abbiamo potuto riflettere insieme e coordinare i nostri passi pastorali e i piani di servizio a Dio e alle persone nel bisogno in Ucraina.

Il tema del nostro ritiro è stata un’interessante prospettiva: la vocazione e il servizio episcopale, il cammino dal pescatore al pastore. Nel corso dell’incontro fraterno abbiamo potuto constatare ancora una volta quanto oggi sia importante la voce della Chiesa ucraina per le persone che hanno bisogno di punti di riferimento morali e spirituali.

Un momento particolarmente significativo del nostro cammino spirituale è stato il viaggio nella ferita città di Ternopil, dove non solo abbiamo visitato i luoghi colpiti dai crimini di guerra russi, ma abbiamo anche avuto la possibilità di essere compartecipi del dolore delle persone che hanno vissuto questa tragedia. Abbiamo potuto abbracciare quanti piangevano le recenti perdite dei propri figli, parenti e persone care; sostenere i rappresentanti dell’amministrazione, il sindaco, e tutti coloro che sono responsabili dell’aiuto alle vittime.

È stato un periodo in cui la comunità di Ternopil conduceva esequie ogni giorno per le vittime dell’attacco. È stato difficile e toccante vedere un padre che teneva tra le braccia la bara del proprio neonato e, per l’ultima volta, forse come una culla, dondolava il suo bambino deposto nel sepolcro.

Condividere il dolore delle persone è il compito di noi pastori. E dopo tutti questi eventi abbiamo tenuto una nuova sessione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina. Abbiamo cercato di concentrare l’attenzione sulle principali sfide che la nostra Chiesa affronta nelle circostanze socio‑politiche di questo complesso momento storico.

Tema centrale del nostro Sinodo è stata la preparazione e l’accompagnamento delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Il Signore manda i suoi operai nella sua messe, dona le vocazioni. Ma noi, come Chiesa, dobbiamo essere capaci di riconoscerle, accoglierle, sostenerle e coltivarle.

Oggi, in questa domenica, la nostra Chiesa celebra la festa di Sant’Andrea il Primo chiamato, l’apostolo cui è legato il cristianesimo sulle sante colline di Kyiv. In questo giorno ha avuto luogo lo storico incontro tra Papa Leone XIV e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo a Istanbul (l’antica Costantinopoli). Questi eventi e quell’abbraccio fraterno vengono vissuti in modo particolarmente intenso dai cristiani dell’Ucraina, in special modo dalla nostra Chiesa, che prega, testimonia e storicamente soffre per l’unità tra i cristiani. Accompagniamo con la preghiera il Santo Padre nel suo pellegrinaggio a Nicea e nel martoriato Libano.

Nella tradizione della nostra Chiesa, la festa di Sant’Andrea il Primo chiamato è la festa della solidarietà del nostro popolo di Dio — monaci, monache, sacerdoti e vescovi — con il Capo della Chiesa. Oggi, in tutte le eparchie e gli esarcati, si svolge la colletta chiamata «obolo di Andrea», cioè la raccolta di fondi inviati al Capo della Chiesa come aiuto immediato per quanti si trovano in urgente necessità.

Desidero esprimere gratitudine a tutti coloro che, con la propria offerta, hanno manifestato solidarietà con il Capo della Chiesa. Forse questo è uno dei segni della nostra unità ecclesiale, un’unità che oggi ha una dimensione globale ed è particolarmente necessaria affinché l’Ucraina possa resistere, svilupparsi, vincere il male e costruire un futuro migliore.

In questo giorno, per l’intercessione di Sant’Andrea, il primo tra gli apostoli chiamati, che per questo chiamiamo «il Primo chiamato», preghiamo: Signore, benedici l’Ucraina! Ferma la guerra, illumina i cuori e le menti di quanti cercano un piano di pace per la salvezza dell’Ucraina nella Tua luce celeste e pacifica.

Dio, ferma questa guerra! Dio, asciuga le lacrime di chi piange! Dio, sii consolazione e conforto per chi soffre! Dio, benedici la martoriata Ucraina con la Tua giusta pace celeste!

La benedizione di Dio venga su di voi, per mezzo della Sua grazia e misericordia, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Sia lodato Gesù Cristo!

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