Videomessaggio del Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina nella 171 ª settimana di guerra su vasta scala, 25 maggio 2025

26 maggio 2025, 12:28 9

Cristo è risorto!

Cari fratelli e sorelle in Cristo!

Sta passando ormai la 171-esima settimana dell’invasione russa su larga scala, della guerra sacrilega che la Russia ha scatenato contro il pacifico Stato ucraino, contro il nostro popolo. Anche questa settimana è stata segnata da profondi turbamenti e di eventi di vario tipo.

Il luogo più critico al fronte è rappresentato dal nostro martoriato Pokrovsk. Quasi la metà di tutti gli attacchi russi contro il nostro esercito si è concentrata proprio lì, su quel piccolo tratto del fronte nella regione di Donetsk.

Quasi ogni notte, le nostre città e i nostri villaggi pacifici subiscono attacchi aerei. Così, nella notte del 24 maggio il nemico ha sferrato un massiccio attacco combinato su tutta l’Ucraina, lanciando 14 missili balistici e 250 droni. Il bersaglio di questo attacco è stata la nostra capitale, Kyiv. Molti edifici sono stati distrutti, ci sono feriti tra la popolazione civile. Colpite anche Odesa, Zaporizhzhia e altre nostre città e villaggi.

Questa settimana, i droni russi hanno raggiunto perfino l’Occidente dell’Ucraina — nella regione della Ciscarpazia, a Ivano-Frankivsk, in Bucovina, nella regione di Chernivtsi.

Nonostante queste giornate dure, il Popolo ucraino continua a vivere nella speranza della pace, quella pace che costruiscono al costo della propria vita, per la quale pregano, affrontano il pellegrinaggio verso i luoghi santi dell’Ucraina. É di questa pace che continua instancabilmente a parlare Papa Leone XIV, invitando in Vaticano coloro che sono pronti a sedersi al tavolo dei negoziati, un appello che rinnova costantemente. Tuttavia, abbiamo udito da parte della Russia un gesto dispregiativo di rifiuto non solo al dialogo, anche con la Santa Sede, ma di qualunque altro passo importante per fermare la guerra, anche solo per un breve periodo.

Eppure, nonostante questi sforzi forse fallimentari, continuiamo a vivere, a lavorare, a pregare, a sperare. Per questo vogliamo che ancora una volta tutto il mondo ci senta: l’Ucraina resiste! l’Ucraina combatte! L’Ucraina prega!

Questa settimana, presso il Santuario Madre di Dio di Zarvanytsya, si è svolta la 100-esima sessione giubilare del Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina, con partecipazione dei 27 vescovi della nostra Chiesa che operano sul territorio dell’Ucraina. Insieme a noi era presente anche S. E. Teodor, eparca dell’eparchia di Mukachevo, dalla Transcarpazia.

Il tema centrale di questo Sinodo riguardava il servizio sociale della nostra Chiesa in tempo di guerra. Per noi era importante comprendere l’attuale situazione umanitaria in Ucraina e cosa dobbiamo fare per salvare vite umane.

Stando agli ultimi dati forniti dal coordinamento umanitario delle Nazioni Unite — OCHA Ukraine, la guerra in Ucraina continua ad aggravare una crisi umanitaria, che rischia di diventare non solo la più grande in Europa, ma in tutto il mondo. Abbiamo ascoltato cifre assurde. Nel nostro Paese ci sono 4,6 milioni di sfollati interni; 6 milioni di ucraini si trovano sotto occupazione; 6,5 milioni — si trovano fuori dai confini della patria come emigranti forzati, rifugiati. Oltre 16 milioni di ucraini, secondo i criteri ONU, sono considerate vittime croniche della guerra.

Si osserva una preoccupante tendenza verso una drastica riduzione degli aiuti umanitari verso l’Ucraina. Ad esempio, si stima che 4 milioni di ucraini abbiano perso la propria casa, ma la ricostruzione delle case è possibile a meno della metà di loro. 12,7 milioni necessitano di aiuti immediati, tuttavia solo a un quarto è possibile fornire tale aiuto. 5 milioni soffrono la fame e necessitano di accesso al cibo, ma le organizzazioni internazionali possono sostenere al massimo 2 milioni persone.

Tutti noi dobbiamo unire i nostri sforzi affinché questa enorme crisi non si trasformi in una catastrofe umanitaria. Lo Stato e la Chiesa, le istituzioni civili e internazionali devono collaborare per dare l’aiuto necessario alle persone che si trovano in difficoltà.

Colgo questa occasione per esprimere la gratitudine alle organizzazioni internazionali, tra cui «Caritas Internationalis», a tutti i benefattori delle comunità cattoliche e delle Chiese di tutto il mondo, per il sostegno dato all’Ucraina.

Sfortunatamente, oggi quasi nessuno parla della crisi umanitaria in Ucraina. Non sentirete, nei notiziari in diversi paesi del mondo, riguardo ai milioni di ucraini che sono sull’orlo della fame. Per questo, a nome del martoriato popolo ucraino, sarà la nostra Chiesa a innalzare la voce verso la comunità internazionale.

Possiamo rimediare a questa crisi solo unendo le forze e senza abbandonarci alla tentazione della stanchezza o scoraggiamento. Possano le parole dell’apostolo Paolo: «Caritas urge nos» («L’amore di Cristo ci spinge»), — l’amore di Dio, che ognuno sente su di sé, spingerci ad aprire i nostri cuori a quelli che si trovano in difficoltà.

Esprimo gratitudine a Papa Leone XIV, che dai primissimi giorni del suo pontificato, segue gli avvenimenti in Ucraina con grande attenzione e sensibilità, facendo tutto ciò che è in suo potere per fermare la mano assassina dell’aggressore e ogni cosa che essa provoca.

Oggi preghiamo: Dio, benedici l’Ucraina! Madre di Dio, che chiamiamo la Regina di maggio e verso cui preghiamo durante i pellegrinaggi di maggio per la difesa dell’Ucraina, ascolta le nostre suppliche! Dio, benedici la nostra martoriata terra ucraina con la Tua giusta pace celeste.

La benedizione di Dio venga su di voi, per mezzo della Sua grazia e misericordia, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Cristo è risorto! È veramente risorto!


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