Venerazione della Sindone nella tradizione della Chiesa greco-cattolica ucraina

Venerazione della Sindone nella tradizione della Chiesa greco-cattolica ucraina

19 aprile 2025, 12:33 13

Nel Venerdì Santo della tradizione bizantino-ucraina, la venerazione della Sindone — l’icona del Cristo sepolto — occupa un posto centrale. Tra canti, processioni e gesti di profonda devozione, i fedeli rivivono il mistero della Passione in un rito ricco di simboli e spiritualità

Per qualunque tradizione liturgica cristiana il Venerdì Santo è il giorno della Passione, Crocifissione e Sepoltura del nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza del mondo. Pertanto, il racconto evangelico della sua passione sta al centro della liturgia di questo giorno e proprio esso alimenta diverse espressioni artistiche soprattutto canti e sacre immagini attraverso le quali il mistero della redenzione sulla croce si rende più comprensibile.

La tradizione bizantina è nota per il suo amore verso i canti ecclesiastici e le icone. Nel giorno così particolare per la fede cristiana come lo è il Venerdì Santo, pure espressioni artistico-rituali diventano singolari.

Già a partire dal IV sec. a Gerusalemme fu nota la tradizione di venerare la Santa Croce di Cristo durante la liturgia del Venerdì Santo. Rapidamente, la tradizione si effuse a Costantinopoli e da lì giunse sino a Roma del VIII sec. ed è in vigore ancora oggi in rito latino. Contemporaneamente a Costantinopoli lentamente la tradizione si mutò e dal XIV sec. i fedeli cominciarono a venerare l’icona con Gesù deposto dalla croce e sepolto. Originariamente si trattava di un piccolo pezzo quadrato di stoffa che si adoperava per coprire i Santi Doni (Eucaristia) e sul quale si raffigurava l’icona di Gesù sepolto. A breve l’immagine sulla stoffa ricevette le dimensioni molto più grandi e il rito della esposizione dell’icona si diffuse ovunque tra i cristiani di rito bizantino.

Nel XVI in Ucraina l’icona della sepoltura di Cristo prese il suo nome Plashchanitsa (la Sindone) e cominciò a stare nel centro delle ufficiature liturgiche e della devozione popolare per il Venerdì e Sabato Santo.


Nella tradizione bizantino-ucraina al Venerdì Santo si celebra il Vespro della Deposizione nel quale si forma la solenne processione che porta la Sacra Sindone attorno alla Chiesa nel ricordo della processione funebre che andava dal Golgota verso il sepolcro. Successivamente la Sindone si dispone nella chiesa davanti al santuario in un luogo preparato e addobbato con i fiori che simboleggia il sepolcro di Gesù. Si canta un inno speciale: «Beato Giuseppe dʼArimatea, depose dallʼalbero il tuo corpo purissimo, lo avvolse nella pura sindone con aromi, lo accudì e lo pose nel sepolcro nuovo» mentre il sacerdote e tutti i presenti fanno tre profonde prostrazioni. Lo stesso canto viene scritto attorno alla Sindone.

Lungo tutta la giornata del Venerdì e Sabato Santo i fedeli si affrettano in chiesa per venerare la Sacra Sindone. Solitamente i credenti si avvicinano alla Sindone in ginocchio, la baciano e poi pregano concludendo con tre profonde prostrazioni. La venerazione, in genere, avviene a stomaco vuoto perché la Sindone diventa un simbolo dell’Eucaristia che non si celebra al Venerdì Santo.

Nella notte della Santa Pasqua il sacerdote rimuove la Sindone dopo un’ufficiatura liturgica speciale e la trasferisce nel santuario posandola sopra l’altare. Da quel momento la Sindone non è più il simbolo di Gesù sepolto ma di Gesù risuscitato che appariva ai suoi discepoli durante i quaranta giorni dopo la sua risurrezione.

Rev. D. Mykhailo Paliak,
Direttore del Dipartimento Liturgico dell’Esarcato Apostolico in Italia


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