«Tutti i nostri fedeli dall’epicentro della distruzione sono venuti alla Liturgia» — sacerdote UGCC a Petropavlivska Borshchahivka
Nella notte del 28 settembre, a seguito di un massiccio attacco russo, sono state danneggiate le abitazioni dei fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina nel villaggio di Petropavlivska Borshchahivka, vicino a Kyiv. Danni sono stati registrati nel complesso residenziale «Lvivskyi», dove per tre anni aveva operato la cappella della parrocchia di Santa Sofia, e dove oggi vivono circa venti fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina.

«In questo complesso residenziale vivono circa 20 dei nostri parrocchiani», ha raccontato Rev. D. Ihor Haiduk, parroco della parrocchia di Santa Sofia. «Gli appartamenti di tre famiglie sono state danneggiate. È stata la grazia di Dio che tutti siano rimasti vivi, poiché durante l’attacco si trovavano nei rifugi».
Ciò che ha colpito il sacerdote è stato il fatto che, nonostante l’orrore vissuto, tutti i parrocchiani dall’epicentro della distruzione siano venuti domenica alla Liturgia.
«Probabilmente qui si manifesta la forza di Dio: le persone, anche in mezzo al pericolo, corrono prima di tutto verso Dio, pregano, e solo dopo si occupano delle questioni terrene», ha osservato Don Ihor.
La parrocchia di Petropavlivska Borshchahivka, secondo il sacerdote, sostiene le persone colpite: sul territorio della chiesa opera un «Punto di Resilienza», dove è possibile riscaldarsi e ricevere supporto spirituale. Prosegue inoltre la raccolta fondi per la sistemazione del rifugio.
«Noi, come Chiesa, esortiamo tutti coloro che possono influenzare la situazione a fare tutto il possibile affinché questo orrore cessi. Sosteniamo il nostro popolo e invitiamo a non avere paura di chiedere aiuto», ha aggiunto Don Ihor.
Il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav, ha definito la notte del 28 settembre «infernale» e ha ringraziato i soldati ucraini che hanno difeso il cielo del Paese: «L’Ucraina ha vissuto un’altra notte infernale. Si registrano almeno quattro morti a Kyiv, tra cui una bambina di 12 anni. Oggi siamo vivi perché i nostri soldati hanno abbattuto tutta la notte missili e droni russi, assumendosi la responsabilità della loro missione di difesa della Patria».
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)