«Solo la nostra integrità morale, la nostra unità nel coraggio e le nostre azioni decisive congiunte possono fermare la guerra» — Sua Beatitudine Sviatoslav durante il seminario a Toronto
Toronto (Canada), 25 febbraio — Durante un seminario pubblico tenuto insieme al noto professore di storia Timothy Snyder presso il Istituto di Studi Cristiani Orientali Metropolita Andrey Sheptytsky (Università di San Michele), il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina ha discusso del desiderio di pace degli ucraini, ha spiegato in cosa consistono i pericoli della politica di pace russa e ha indicato cosa può fare il mondo per raggiungere una pace giusta in Ucraina.

Il seminario si è svolto nei giorni in cui l’Ucraina e il mondo commemorano un triste anniversario: tre anni dall’inizio della guerra su vasta scala della Russia contro l’Ucraina e undici anni dall’inizio dell’aggressione russa in Crimea e nel Donbass.
Riflettendo su questi eventi, Sua Beatitudine Sviatoslav ha constatato: «Ci troviamo alla soglia di un altro anno di sirene d’allarme aereo; un altro anno di massacri, terrore e morte». Secondo il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, solamente l’integrità morale, l’unità del mondo nel coraggio e le azioni risolute congiunte possono fermare Putin nel suo intento di distruggere l’Ucraina e il popolo ucraino.
Il significato della pace giusta
Citando il Messaggio del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine ha sottolineato che la massima priorità per l’Ucraina resta una pace giusta, che non può esistere senza il ripristino della verità.
«La propaganda russa cerca da anni di screditare la nostra nazione. Putin afferma che l’Ucraina rappresenta una minaccia per la Russia, un aggressore, che rifiuta negoziati di pace realistici e insiste irragionevolmente per una pace giusta», — ha sottolineato Sua Beatitudine.
Durante questa guerra, intorno al popolo ucraino si sono diffuse numerose false narrative, che le forze straniere hanno utilizzato per giustificare — e talvolta sostenere — le azioni aggressive della Russia.
«Questa menzogna, oltre alle bombe e alle munizioni, ha causato la devastazione dell’Ucraina, del suo popolo e della sua identità», — ha sottolineato Sua Beatitudine Sviatoslav.
Ha inoltre rimarcato che una pace giusta per l’Ucraina richiede non solo un sostegno materiale, ma anche un attaccamento incrollabile alla verità. «Gli ucraini necessitano di un deciso riconoscimento da parte degli Stati occidentali del tipo di violenza che viene inflitta alla vittima», — ha concluso il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Il pericolo della visione russa della pace
Successivamente, Sua Beatitudine Sviatoslav ha evidenziato che l’ideologia del «russkij mir» non è altro che una politica coloniale e imperialista volta alla totale distruzione dell’Ucraina: «Il neoimperialismo coloniale, che ricorre a strategie di genocidio, è esattamente ciò che rappresenta oggi il ”russkij mir’».
Ha inoltre richiamato l’attenzione sul rapimento dei bambini ucraini da parte della Russia: «Il rapimento di decine di migliaia di bambini ucraini e il lavaggio del cervello con lo scopo di inculcare in loro l’odio verso l’Ucraina è parte integrante della politica sociale orwelliana della Russia».
«Gli ucraini non torneranno mai più a uno status coloniale. Gli ucraini non si sottometteranno mai più a una politica di genocidio. Il nostro popolo non rinuncerà alla propria libertà culturale, religiosa e sociale. Gli ucraini non sacrificheranno mai più i loro figli», — ha sottolineato il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Gli ucraini desiderano una pace giusta
Sua Beatitudine Sviatoslav ha sottolineato anche che: «Come pastore, che vede i cuori spezzati e le anime lacerate di milioni di ucraini, che hanno riportato ferite, perso le loro proprietà e sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, posso affermare con certezza: tutto ciò che loro desiderano è una pace giusta».
Ha evidenziato che questo desiderio non è nato solo ora, ma è stato costante nel corso di tutta la storia dell’Ucraina, da quando gli ucraini hanno cercato pacificamente di costruire uno Stato democratico basato sul rispetto della legge e della dignità di ogni individuo, seguendo l’esempio delle nazioni occidentali.
Un chiaro segno della politica pacifica dell’Ucraina è stata la sua rinuncia alle armi nucleari: «Appena tre anni dopo aver ottenuto l’indipendenza, nel dicembre 1994, l’Ucraina ha smantellato il proprio arsenale nucleare, che all’epoca era più grande di quelli di Regno Unito, Francia e Cina messi insieme. Un atto di tale coraggio meriterebbe il Premio Nobel per la Pace», — ha commentato Sua Beatitudine Sviatoslav.
In conclusione del suo intervento, il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha offerto tre consigli concreti su come i Paesi occidentali possano sostenere l’Ucraina nella sua ricerca di una pace giusta: 1) Diffondere informazioni veritiere: leggere fonti affidabili e combattere la disinformazione; 2) Pregare per l’Ucraina, per il suo popolo e per il raggiungimento di una pace giusta; 3) Aiutare e offrire sostegno materiale all’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressore russo.
Segretariato dell'Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč a Roma