«Saremo diversi dopo la guerra, ma dobbiamo cercare l’unità», Sua Beatitudine Sviatoslav

5 settembre 2025, 11:31 2

Nell’intervista rilasciata al canale televisivo «Apostrof», il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav, ha parlato delle sfide che si presenteranno alla società nel dopoguerra. Secondo la sua visione, evitare nuove fratture è possibile solamente attraverso la guarigione e l’unità, che la Chiesa è chiamata a garantire

«Saremo diversi dopo la guerra, ma dobbiamo cercare l’unità», Sua Beatitudine Sviatoslav

Secondo quanto affermato dal Primate, il peso della guerra è ricaduto sulle spalle degli ucraini in modo disuguale, generando diverse esperienze traumatiche e inevitabili divisioni:

«Al soldato che tornerà con i suoi traumi, la moglie dirà: non lo capisco. Il vicino che tornerà dall’occupazione da colui che ha vissuto in un’Ucraina libera, anche loro diranno: tu non mi capisci».

Ha sottolineato che il ritorno alla vita pacifica sarà molto complesso:

«È molto facile cadere in guerra, ma tornare alla vita pacifica è estremamente difficile. La Chiesa può diventare lo spazio per la guarigione delle ferite di guerra e per la stabilità dell’Ucraina del futuro. Stiamo già costruendo questo spazio, e questa è la chiave per la nostra vittoria definitiva».

In risposta alla domanda su possibili conflitti tra i soldati e coloro che si trovavano all’estero, il Capo della Chiesa ha affermato:

«Il Signore è Giudice. Dobbiamo imparare a unirci in nome dell’Ucraina. Non possiamo parlare di riconciliazione senza un processo di guarigione. Ognuno deve curare le proprie ferite».

Ha sottolineato che non tutti quelli che vivono all’estero si sottraggono all’obbligo di arruolarsi nell’esercito:

«La nostra comunità all’estero talvolta è traumatizzata non meno delle persone che sono in Ucraina. Ognuno si domanda: cosa devo fare per il mio Paese?».

Sua Beatitudine Sviatoslav ha ricordato che la Chiesa greco-cattolica ucraina è una comunità globale, che già unisce gli ucraini nel mondo:

«Più della metà delle strutture della nostra Chiesa si trova oltre i confini dell’Ucraina. Siamo un ponte tra gli ucraini della nostra madrepatria e gli ucraini della diaspora. Essere una Chiesa globale è una sfida, ma è anche la nostra forza».

«Saremo diversi anche dopo la fine della guerra, ma dobbiamo cercare l’unità nelle differenze. La Chiesa, come luogo di guarigione delle ferite e anche di unione delle persone con esperienze differenti, è in grado di curare questi traumi e diventare quello spazio di stabilità per l’Ucraina del dopoguerra».

Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)

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