«Lo Spirito Santo dona speranza all’Ucraina ferita»: Sua Beatitudine Sviatoslav nella festa di Pentecoste
«Lo Spirito Santo è il nostro consolatore, perché asciuga le nostre lacrime, ci restituisce la forza e la speranza… Oggi, mentre il nemico tenta a sottrarci ogni speranza, lo Spirito Santo la rinnova». Lo ha affermato Sua Beatitudine Sviatoslav, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, nell’omelia per la festa della Pentecoste

Presso la Cattedrale Patriarcale della Risurrezione di Cristo a Kyiv, durante la Divina Liturgia, insieme al Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina hanno concelebrato: S. E. Yosyf Milyan, protosincello dell’arcieparchia di Kyiv e S. E. Andriy Khimyak, vescovo ausiliare della Metropolia di Kyiv.
Nella sua omelia, Sua Beatitudine Sviatoslav ha sottolineato come la Pentecoste non sia soltanto il ricordo di un evento storico — la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli sotto forma di lingue di fuoco — ma sia, anzitutto, una realtà viva ed operante, che riguarda ogni cristiano. «È lo Spirito Santo — la terza Persona della Trinità — che ancora oggi muove, vivifica, guida ciascuno di noi», ha evidenziato il Primate.
Proprio il giorno di Pentecoste, come ha spiegato il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, segna la nascita della Chiesa di Cristo: l’inizio della sua missione, quando gli apostoli, rivestiti della forza dall’alto, portarono l’annuncio del Vangelo sino ai confini della terra.
Sua Beatitudine Sviatoslav ha inoltre messo in evidenza tre manifestazioni principali della forza dello Spirito Santo. In primo luogo, lo Spirito Santo è lo Spirito dell’unicità di ogni persona.
«Nel Battesimo ciascuno di noi ha ricevuto il proprio nome personale, — ha osservato il predicatore. Sono proprio i doni dello Spirito Santo a renderci unici e, diversi da ogni altra persona, anche dai nostri fratelli e sorelle. Ognuno di noi è un figlio di Dio, unico e irripetibile».
In secondo luogo, lo Spirito Santo è Spirito di armonia, unità e bellezza, che crea l’unità interiore del popolo e l’unicità di ogni cultura: «Egli rivela nell’uomo tutta la bellezza dell’immagine e somiglianza di Dio… Egli ci dà la possibilità, nella diversità individuale, di formare un’unica forza motrice del nostro popolo». Allo stesso tempo, il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina ha sottolineato che tutto ciò che divide proviene dallo spirito maligno, mentre lo Spirito Santo unisce e guarisce.
Inoltre, secondo le parole del Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, lo Spirito Santo è anche lo Spirito della speranza cristiana, che «non solo ci consente di percepire la forza ricevuta nel Sacramento del Battesimo, ma ce la rivela, ci fortifica in Dio e ci rende capaci di sperare».
Un’attenzione particolare, Sua Beatitudine Sviatoslav l’ha riservata all’Ucraina, che oggi vive la sua Pentecoste storica nel mezzo della guerra. Lo Spirito Santo, secondo le sue parole, è il consolatore del popolo ucraino, colui che asciuga le lacrime, dona forza per non cedere, per non lasciarsi abbattere, «e ci spinge a cercare continuamente quella forza, a rivestircene e ad andare avanti».
«Lo Spirito Santo restituisce all’Ucraina il suo vero nome. Egli rivela la dignità, la bellezza e la forza della nostra cultura, della nostra lingua, del nostro popolo, della nostra Chiesa», ha aggiunto il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.
«Oggi preghiamo: Spirito Santo, discendi. Discendi su chi è provato — donaci resilienza. Discendi su coloro che piangono — donaci gioia. Discendi su coloro che non sanno come andare avanti — insegnaci ogni verità», ha concluso il Primate con la preghiera.
Dopo la Liturgia, nella Cattedrale Patriarcale, Sua Beatitudine Sviatoslav ha presieduto il Vespro della genuflessione — una celebrazione liturgica particolare che si celebra una sola volta all’anno.
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)