
I gesti di Papa Francesco che rimarranno nella storia ucraina
Nei giorni in cui il mondo saluta per l’ultima volta Papa Francesco, definito come «il Pontefice, che ha scosso la Chiesa Cattolica», il Popolo ucraino lo ringrazia per la Sua instancabile voce in difesa della «martoriata Ucraina». Il Suo pontificato ha lasciato un profondo segno nella storia del Popolo ucraino — attraverso gesti di solidarietà, preghiera e abbondante aiuto
La voce per l’Ucraina nell’arena mondiale
Preghiera continua per la «martoriata Ucraina»
Dall’inizio del suo pontificatonel 2013, Papa Francesco ha rivolto particolare attenzione all’Ucraina, e dal 2022, quando è iniziata l’aggressione su vasta scala della Russia, questa attenzione si è trasformata nella costante cura e intercessione tramite preghiera. Sullo sfondo di scosse geopolitiche la voce del Papa è stata la più rilevante nel mondo in relazione alla sofferenza del Popolo ucraino.
«Preghiamo per la martoriata Ucraina», — queste parole sono diventate un costante refrain nelle dichiarazioni pubbliche del pontefice. Ogni domenica, dopo la preghiera dell’»Angelus», nelle udienze generali settimanali, nei messaggi natalizi e pasquali, il Santo Padre instancabilmente ricordava al mondo della tragedia che si stava dispiegando sulla terra ucraina. Rivolgendosi ai corpi diplomatici e leader mondiali, egli sottolineava continuamente l’obbligo morale della comunità internazionale di cercare percorsi al fine di instaurare una pace giusta e duratura in Ucraina.
Nel penultimo giorno della sua vita, nel giorno di Pasqua, egli ha dichiarato: «Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura».
Papa Francesco spesso e continuamente ha espresso il sostegno all’Ucraina in seguito all’invasione su vasta scala della Russia, tanto che queste dichiarazioni hanno costituito un’opera autonoma «Enciclica sulla pace». Questa pubblicazione è divenuta un’importante testimonianza documentata della continua attenzione del Pontefice verso la sofferenza del Popolo ucraino nonché dei suoi continui appelli alla pace giusta.
Il gesto con la bandiera ucraina da Bucha
Ad aprile 2022, in seguito alla messa in luce delle atrocità commesse dalle truppe russe a Bucha, Papa Francesco, durante l’udienza generale in Vaticano, di fronte a tutti i credenti, ha srotolato la bandiera ucraina insanguinata portata dalla città di Bucha. Egli ha baciato tale bandiera, invitando a raggiungerlo i bambini, rifugiati dall’Ucraina scappati dalla guerra.
Riconoscimento dell’Holodomor come genocidio
Particolarmente significativo è stato il riconoscimento da parte di Papa Francesco di Holodomor come genocidio del Popolo ucraino. A novembre 2022, Papa Francesco ha pubblicamente dichiarato l’Holodomor avvenuto nel 1932–1933 come «genocidio, causato artificialmente da Stalin». Tale dichiarazione è diventata la più risoluta condanna dei crimini sovietici da parte del Vaticano in tutta la storia. Il Pontefice ha fatto parallelismi tra gli ucraini sofferenti del passato e del presente, parlando di «martirio» degli ucraini contemporanei — bambini, donne, anziani — a causa dell’aggressione russa: «Pensiamo alla martoriata Ucraina. Questo sabato ricorre l’anniversario del terribile genocidio dell’Holodomor, lo sterminio per la fame nel 1932–1933 causato artificialmente da Stalin. Preghiamo per le vittime di questo genocidio e per tanti ucraini, bambini, donne, anziani, che oggi soffrono il martirio dell’aggressione».
La lettera al Popolo ucraino
Il livello più alto dell’attenzione di Papa alla questione ucraina è stata la sua lettera indirizzata al Popolo ucraino, pubblicata il 24 novembre 2022, dopo nove mesi dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala. «Cari fratelli e sorelle ucraini! […] Io vorrei unire le mie lacrime alle vostre e dirvi che non c’è giorno in cui non vi sia vicino e non vi porti nel mio cuore e nella mia preghiera. Il vostro dolore è il mio dolore» — scriveva Papa Francesco in questo messaggio senza precedenti. Una lettera di questo genere da parte dei Vescovi Romani non è mai stata scritta per nessun popolo.
Incontro online di Papa Francesco con i giovani ucraini
Il 1 febbraio 2025, in collegamento da Casa Santa Marta, Papa Francesco si è rivolto ai giovani ucraini in un incontro online, organizzato dalla Nunziatura Apostolica in Ucraina insieme al Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav, presso la Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo di Kyiv. I partecipanti da Kyiv, Leopoli, Kharkiv, come pure da Varsavia, Monaco di Baviera, Chicago e Toronto hanno condiviso testimonianze di vita durante la guerra.
In tale incontro, il Papa ha esortato i giovani al patriottismo: «Oggi la missione dei giovani ucraini, è essere patrioti. E voi non dovete nascondervi da tutti i problemi che avete con la guerra. Essere patrioti, amare la propria Patria! In questo momento la vostra Patria è ferita dalla guerra… Ma amare la Patria è una cosa molto bella». Egli ha anche sottolineato l’importanza di avere memoria degli eroi. Il Papa ha condiviso la propria esperienza riguardo al soldato ucraino, Oleksandr, i cui Vangelo e Rosario custodisce sulla propria scrivania come una reliquia: «Per me questa è una reliquia, di un ragazzo vostro, che ha dato la vita per la pace. Io questo lo ho sulla mia scrivania e tutti i giorni prego. Dobbiamo avere memoria di questi eroi nostri che hanno difeso la Patria».
Consolidamento della Chiesa ucraina
Nomina dei vescovi per la Chiesa greco-cattolica ucraina

Durante il pontificato di Papa Francesco, la Chiesa greco-cattolica ucraina ha conosciuto un notevole sostegno e riconoscimento. Questo si evince in primo luogo attraverso la nomina di 22 vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina dal 2013 al 2024, tra cui:
Anni 2013–2015:
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Yevhen Popovych (2013)
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Mykhaylo Bubniy, Vasy Tuchapets, Bohdan Manyshyn, Yosafat Moshchych, Hryhoriy Komar, Bohdan Danylo (2014)
- Teodor Martynyuk (2015)
Anni 2016–2020:
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Volodymyr Hrutsa (2016)
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Andriy Ryabiy (2017)
- Petro Loza (2018)
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Ivan Kulyk (2019)
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Stepan Sus, Mykola Bychok (2020)
Anni 2021–2024:
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Arkadiy Trokhanowskyi (2021)
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Maksym Ryabukha (2022)
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Mykola Semenyshyn, Andriy Khimyak, Volodymyr Firman, Petro Holiney, Mykhailo Kwiatkowskyi (2023)
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Mykhailo Smolinskyi (2024)
Istituzione dell’Esarcato Apostolico in Italia
Un momento particolarmente significativo nei rapporti tra la Santa Sede e la Chiesa Ucraina è stata la creazione, l’11 luglio 2019, dell’Esarcato Apostolico per gli ucraini di rito bizantino in Italia. Questa circoscrizione ecclesiastica ha abbracciato l’intera Italia, dove a quel tempo vivevano circa 70.000 fedeli, riuniti in 145 comunità, con la cura pastorale di 62 sacerdoti. La chiesa dei Santi Sergio e Bacco a Roma è diventata la cattedrale e la sede dell’Esarcato Apostolico. Nell’ottobre 2020, il Papa ha nominato S. E. Dionisiy Lyakhovych primo Esarca Apostolico per gli ucraini cattolici in Italia. Mentre il 7 marzo 2025 ha donato agli ucraini in Italia un nuovo pastore: S. E. Hryhoriy Komar, come Amministratore Apostolico dell’Esarcato della Chiesa greco-cattolica ucraina in Italia.
Nomina di un ucraino a cardinale
Un evento di grande rilievo è stato l’annuncio, il 6 ottobre 2024, della nomina dell’eparca di Melbourne della Chiesa greco-cattolica ucraina, S. E. Mykola Bychok, a cardinale, con l’ingresso nel collegio cardinalizio durante il concistoro del 7 dicembre 2024. All’età di 44 anni, S. Em. Mykola è diventato il cardinale più giovane e il settimo cardinale ucraino nella storia della Chiesa greco-cattolica ucraina, dopo Isidoro (1385–1463), metropolita di Kyiv, Mykhaylo Levytskyy (1774–1858), metropolita di Leopoli e della Galizia, Sylvester Sembratovych (1836–1898), metropolita di Leopoli e della Galizia, il Patriarca Josyf Slipyj (1892–1984), Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Myroslav Ivan Lubachivskyy (1914–2000), Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, e Sua Beatitudine Lyubomyr Huzar (1933–2017), Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Incontro con il Consiglio pancuraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose
Storico è stato anche l’incontro di Papa Francesco con il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose, che si è tenuto il 25 gennaio 2023. Per la prima volta nella storia del Vaticano, il Papa ha accolto rappresentanti di diverse confessioni dall’Ucraina, definendo la loro unità «un segno di pace e una fonte di speranza». Durante questo incontro, i leader religiosi ucraini hanno raccontato al Pontefice le conseguenze dell’aggressione russa e Lo hanno ringraziato per il sostegno spirituale e umanitario.
Missione umanitaria per gli ucraini che soffrono
Iniziativa «Il Papa per l’Ucraina»
Un contributo significativo di Papa Francesco al sostegno del popolo ucraino è stato il progetto umanitario «Il Papa per l’Ucraina», avviato il 24 aprile 2016. Su iniziativa del Santo Padre, nelle chiese cattoliche d’Europa si è svolta una raccolta fondi a favore delle persone colpite dalle ostilità nel Donbas e degli sfollati interni.
Il Papa ha donato personalmente un contributo significativo attingendo ai propri fondi. Durante il periodo dell’iniziativa (aprile 2016 — novembre 2018) sono stati raccolti 15 milioni di euro, di cui 5 milioni provenienti direttamente dalla donazione del Pontefice. L’aiuto del papa è divenuto un segno tangibile della solidarietà della Chiesa Cattolica verso ogni persona sofferente in Ucraina, indipendentemente da fede, confessione, appartenenza etnica o convinzioni politiche.
In questo tempo hanno ricevuto aiuti in vari ambiti circa 980.000 persone: pazienti ospedalieri, famiglie bisognose, famiglie numerose, anziani soli, coloro che avevano perso tutto e si erano ritrovati senza i beni di prima necessità. È importante sottolineare che questa iniziativa ha avuto un carattere inclusivo ed è stata destinata a sostenere tutti gli ucraini colpiti, senza distinzione di appartenenza religiosa.
Sostegno umanitario durante l’invasione su vasta scala
Dopo l’inizio della guerra su vasta scala nel febbraio 2022, il sostegno umanitario del Vaticano all’Ucraina ha assunto nuove forme. S. Em. il Cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio (responsabile della carità a nome del Sommo Pontefice), ha visitato personalmente l’Ucraina più volte, anche nelle zone vicine al fronte. Durante i suoi numerosi viaggi, il cardinale ha portato ambulanze e carichi di aiuti umanitari, che venivano distribuiti tra gli ucraini più colpiti.
Simbolo della cura del Papa sono diventate proprio le visite del cardinale nei punti più caldi delle ostilità, dove consegnava personalmente gli aiuti e pregava insieme alle vittime. Questi viaggi hanno avuto non solo un valore pratico, ma sono stati anche un potente segno di sostegno spirituale per il popolo ucraino nei momenti più difficili della prova.
Cura dei bambini ucraini in Vaticano
Un aspetto importante dell’aiuto umanitario è stato il programma di cura per i bambini ucraini colpiti dalla guerra, realizzato presso l’Ospedale Pediatrico vaticano «Bambino Gesù». Su iniziativa di Papa Francesco, questa rinomata clinica pediatrica europea ha aperto le sue porte ai bambini ucraini bisognosi di cure complesse e di riabilitazione.
Qui, i piccoli ucraini hanno ricevuto non solo cure mediche all’avanguardia, ma anche sostegno psicologico, tanto necessario ai bambini traumatizzati dalla guerra. Il programma prevedeva inoltre assistenza alle famiglie dei bambini, compreso l’alloggio a Roma per tutta la durata delle cure.
Mediazione per il ritorno dei prigionieri ucraini
Un ambito particolare dell’attività umanitaria di Papa Francesco è stato il sostegno al ritorno dei militari e civili ucraini prigionieri in Russia. Grazie agli sforzi diplomatici del Vaticano e al personale intervento del Santo Padre, è stato possibile organizzare la liberazione di molti ucraini detenuti in prigionia.
Emblematico è stato il caso del ritorno di due sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina — Rev. P. Ivan Levytskyy e Rev. P. Bohdan Heleta. La loro liberazione è stata il frutto di negoziati che hanno coinvolto diplomatici vaticani e l’intercessione personale del Papa.
Continuità del sostegno tramite organizzazioni caritative
Il Vaticano ha continuato a fornire aiuti umanitari all’Ucraina anche attraverso diversi canali, tra cui «Caritas» e altre organizzazioni di beneficenza. Papa Francesco non solo ha espresso preoccupazione e solidarietà, ma ha anche lanciato appelli concreti alla comunità internazionale affinché agisse per alleviare le sofferenze del popolo ucraino.
I gesti personali che hanno commosso gli ucraini
Visita alla basilica ucraina a Roma
Oltre alle dichiarazioni ufficiali e alle iniziative, Papa Francesco ha dimostrato un profondo legame personale con l’Ucraina attraverso una serie di gesti simbolici. Uno dei momenti più toccanti è stata la sua visita, il 28 gennaio 2018, alla basilica ucraina di Santa Sofia a Roma — una chiesa della Chiesa greco-cattolica ucraina in Italia, costruita dal Patriarca Josyf Slipyj.
Oltre tremila ucraini hanno accolto il Pontefice in quel giorno. Nel suo discorso, il Papa ha ricordato figure eminenti della Chiesa greco-cattolica ucraina: Josyf Slipyj, Stepan Chmil e Lubomyr Huzar. In modo particolare, ha elogiato l’eroismo delle donne ucraine emigrate, che conservano la fede e si prendono cura di molti anziani italiani, definendo il loro lavoro una missione di misericordia. Dopo il suo intervento, il Papa è sceso nella cripta della basilica per onorare le figure di spicco della Chiesa greco-cattolica ucraina lì sepolte, e ha simbolicamente liberato in cielo delle colombe bianche — segno di pace.
Preghiera quotidiana davanti all’icona ucraina
Tuttavia, ciò che più ha toccato il cuore degli ucraini è stata la testimonianza personale di Papa Francesco sulla sua preghiera quotidiana. «Voglio raccontarvi un segreto», — ha confidato il Papa a suo tempo — La notte, prima di andare a dormire, e al mattino, quando mi sveglio, mi incontro sempre con gli ucraini… Ogni sera, prima di coricarmi, bacio l’icona della Madonna della tenerezza, che mi ha regalato il vostro Arcivescovo Maggiore, e al mattino la saluto. Si può quindi dire che incomincio e finisco la giornata in ucraino».
Questa icona, donata a Papa Francesco in Argentina da Sua Beatitudine Sviatoslav, è diventata per il Santo Padre un simbolo speciale di unione spirituale con il popolo ucraino. La preghiera quotidiana davanti a essa non è solo un rito, ma un gesto profondo di solidarietà in tempi di prova.

Nella lettera al Popolo ucraino del 24 novembre 2022, Papa Francesco ha nuovamente ricordato la sua preghiera: «A lei che, come ha scritto un grande figlio della vostra terra, ”ha portato Dio nel nostro mondo”, non stanchiamoci di chiedere il dono sospirato della pace, nella certezza che ”nulla è impossibile a Dio”.
Questo toccante legame spirituale — iniziare e terminare la giornata «in ucraino» — illustra forse meglio di ogni altra cosa il posto speciale che l’Ucraina occupa nel cuore di Papa Francesco. Nonostante la distanza geografica, egli ha trovato un modo per unirsi quotidianamente al Popolo ucraino nella preghiera, dimostrando che la vera solidarietà supera ogni confine e si esprime non solo nelle dichiarazioni ufficiali o nelle iniziative umanitarie, ma anche nei gesti silenziosi, quotidiani, di amore e di sostegno spirituale.
Rev. D. Taras Zheplinskyi, Mykola Mudryk,Dipartimento dell’Informazione della Chiesa greco-cattolica ucraina