Database bambini ucraini deportati in Russia. S. E. Maksym Ryabukha, «dramma umano senza precedenti»
«Sì, la notizia l’abbiamo appresa dalla stampa e ha scosso profondamente tutti. È difficile convivere con il pensiero che qualcuno possa portare via i bambini e possa venderli come fossero degli oggetti». Esprime tutto il suo «orrore» ripetendo l’aggettivo «aberrante», S. E. Maksym Ryabukha, vescovo dell’Esarcato di Donetsk della Chiesa greco-cattolica ucraina che comprende le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk.

Oblast segnate dall’occupazione e dall’avanzata delle truppe di Mosca che continuano a strappare nuovi territori anche al suo esarcato. Ed è proprio da Luhansk che arriva l’ultima, terribile notizia: l’esistenza — secondo la ong Save Ukraine — di un database russo che offre agli aspiranti genitori adottivi russi la possibilità di scegliere tra 294 bambini ucraini rapiti nella regione di Luhansk filtrandoli per età, sesso, il colore degli occhi e dei capelli. Pare che si tratti di una pratica nuova. E’ dal 2014 che i bambini sono apparsi in database per adozioni. Tuttavia, dal 2022, la pratica è diventata «diffusa e sistematica».
Preoccupa anche il fatto che mettere bambini su un database può esporre questi minori a pericoli significativi, tra cui losfruttamento sessuale, la tratta di esseri umani, l’adozione illegale e il traffico di organi.
«Sconvolge — commenta il vescovo Maksym Ryabukha — il fatto che il valore della vita umana sembri diventato qualcosa di vano, privo di peso. I bambini vengono trattati come oggetti non come persone, non come esseri umani. E noi, il mondo, assistiamo a tutto questo fingendo che nulla stia accadendo». Lo sguardo del vescovo si volge all’incontro in Alaska dove per parlare del «destino» dell’Ucraina si incontreranno il presidente USA Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin.
«Stiamo discutendo solo di argomenti superficiali mentre davanti a noi si consuma un dramma umano senza precedenti».
«Se potessi dire qualcosa — aggiunge — , non mi rivolgerei ai due leader ma inviterei tutta la società umana ad avere il coraggio di rivolgersi direttamente al popolo russo, per ricordare loro che ci sono valori fondamentali che non possono essere violati. La vita è infinitamente più preziosa di qualsiasi strumento di distruzione che possiamo inventare».
Secondo i dati raccolti dalle Nazioni Unite e forniti da Dariia Zarivna, responsabile del gruppo di lavoro internazionale «Bring Kids Back UA» e dei processi di scambio dei prigionieri di guerra, si stima che finora siano stati deportati oltre 19.545 minori ucraini verso i territori della Federazione Russa e dei territori attualmente occupati. Si teme però che le cifre siano molto più alte. Ad oggi, solo 1.350 minori sono stati rimpatriati, e ogni rimpatrio è stato mediato da uno Stato terzo, in particolare da Qatar, Sudafrica e Vaticano, che hanno svolto un ruolo cruciale in queste operazioni.
«Questi bambini sono innocenti», afferma S. E. Maksym Ryabukha. «E anche se qualcuno si sente divorato dalla gelosia, o da qualsiasi altro sentimento negativo, deve capire che non sono i bambini a dover pagare con il dolore per il malessere degli adulti. Dobbiamo difendere la vita. Tutti. E dobbiamo anche alzare la voce, farci sentire, dare voce a questo dramma, che è reale, che ci riguarda tutti».
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)Fonte: AgenSIR