Attacco dei droni in Polonia. Sua Beatitudine Sviatoslav: «È una sfida per l’Europa»
Nel suo videomessaggio relativo alla 187 ª settimana della guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha sottolineato che la guerra russa contro l’Ucraina rappresenta un rischio crescente per l’intera Europa. Ha espresso solidarietà al popolo polacco dopo l’attacco dei droni sul territorio della Polonia e ha invitato all’unità nella resistenza all’aggressione.

«Sta passando la 187ª settimana della guerra su vasta scala, che in realtà dura da oltre dieci anni sulla terra ucraina. Questa settimana entrerà nella storia come un periodo di aggressione senza precedenti della Russia contro l’Europa unita», ha osservato Sua Beatitudine Sviatoslav all’inizio del suo messaggio.
Il Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina ha espresso solidarietà al popolo polacco, unendosi alle dichiarazioni dei ministri degli Affari Esteri di Ucraina, Polonia, Lituania e della comunità internazionale, che si è schierata all’unanimità a difesa della Polonia durante la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
«Il mondo comprende sempre di più: la Russia cerca di esportare la guerra in altri Paesi europei e mette alla prova la resistenza globale. Affermamo con fermezza: la guerra è un crimine contro Dio e l’uomo», ha sottolineato il Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Particolarmente dolorose sono state le notizie sulle vittime civili. In Polonia, una famiglia ha perso la propria casa a causa della caduta di un drone, mentre in Ucraina i bombardamenti russi hanno ucciso pensionati a Kostiantynivka e nella regione del Donetsk, che si trovavano in fila per ricevere i propri pagamenti. «Vogliamo oggi ricordarli nella preghiera», ha detto il Sua Beatitudine Sviatoslav.
Ha inoltre sottolineato che fermare la guerra è possibile solo con sforzi comuni: «Ringraziamo tutti i popoli che lottano per la pace in Ucraina e nel mondo, cercando in ogni modo di fermare la mano assassina dell’aggressore».
Il Capo della Chiesa ha ricordato anche i difensori ucraini del Donbass, di Zaporizhzhia, Kharkiv, Sumy e Chernihiv, che con il loro corpo proteggono la pace e la sicurezza in Europa.
«Perché la pace nel continente non è un dato acquisito, ma qualcosa che bisogna difendere», ha sottolineato.
Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina (Roma)