I. La nascita del cristianesimo nelle terre ucraine
I primi cristiani giunsero sul territorio ucraino durante le prime missioni cristiane, a cavallo tra il I° e il II° secolo. Secondo la cronaca, l’attività missionaria nelle nostre terre – all’epoca conosciuta come Scizia – fu svolta da Sant’Andrea Apostolo, il “Primo chiamato”. Egli benedisse le terre lungo il fiume Dnipro, dove qualche centinaio di anni dopo fu costruita la città di Kyiv, diventata il centro del cristianesimo e della cultura cristiana degli slavi orientali.
Secondo la cronaca, l’apostolo Andrea raggiunse le montagne di Kyiv, dove proclamò: “Credetemi, la grazia di Dio splenderà su queste montagne; qui sorgerà una grande città, e il Signore vi erigerà molte chiese e illuminerà tutta la terra di Rus' con il battesimo ecclesiale”.
Esistono prove che il cristianesimo fu accolto da diversi sciti, e si possono persino incontrare dei riferimenti ai vescovi sciti. Il cristianesimo in particolare, era diffuso tra i greci che a quei tempi abitarono nel sud dell’Ucraina odierna. Gli imperatori romani relegavano i cristiani negli insediamenti greci di Thira, Olbia, Chersoneso e in altre città, dove essi divennero i primi predicatori del Vangelo. Il più famoso di loro fu il Romano Pontefice Clemente, autore della lettera ai Corinzi, esiliato dall’imperatore Traiano a Chersoneso – una delle più grandi colonie greche, – dove morì martire. Secondo la testimonianza di uno scrittore paleocristiano, Ireneo di Lione, san Clemente fu il quarto successore dell’apostolo Pietro sul trono romano. La menzione di questa eminente personalità si trova in numerose opere letterarie del periodo successivo, ed è conservata nella pratica liturgica della tradizione bizantina.
All’arrivo a Chersoneso Clemente vi trovò molti cristiani. Grazie alla sua missione, numerosi pagani in breve tempo si convertirono alla fede cristiana, e in quei luoghi furono eretti anche molti templi. Fu la sua zelante attività pastorale a causarne il martirio nel suo centesimo anno.
Il culto di san Clemente nella Rus’ di Kyiv si diffuse dopo che le sue reliquie furono ritrovate dai fratelli di Salonicco Cirillo e Metodio, nell’861. Questo fatto è strettamente legato alla missione tra i Khazar dei santi fratelli, i quali ne trasferirono alcune parti a Roma nell’867, consegnandole al Papa Adriano II, che appariva come il simbolo di riconciliazione tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. Nestorio, nella sua “Storia degli anni passati” (scritta a Kyiv tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo), affermava che Volodymyr il Grande inviò la maggior parte delle reliquie a Kyiv.
Alcuni reperti archeologici del III secolo testimoniano la presenza di comunità cristiane nel regno del Bosforo, patria del vescovo Cadmo, che nel IV secolo partecipò al Primo Concilio Ecumenico di Nicea del 325.
Il monastero rupestre a Inkerman, che è associato al San Clemente
L’introduzione del cristianesimo come religione di stato dell’Impero Romano alla fine del IV secolo contribuì alla sua grande diffusione tra la popolazione della Crimea. A quei tempi, l’eparchia di Chersoneso era già stata istituita, e il suo vescovo divenne membro del Secondo Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 381.
In generale, nel territorio della moderna Ucraina vi erano, oltre alla diocesi di Chersoneso, le diocesi Scitica e Gotica, nonché la diocesi di Surozh o Sugdijsk.
Il consolidamento del cristianesimo in Crimea risale alla fine del V – inizio del VI secolo. Nel terzo secolo, le tribù germaniche dei Goti arrivarono nel territorio dell’Ucraina, e si convertirono tra gli anni 341 e 348 al cristianesimo grazie al vescovo Vulfila, che tradusse il Vangelo in lingua gotica. E nei secoli IV-V le tribù slave si stabilirono nel territorio ucraino, in particolare nella zona dove successivamente sarebbe sorta la città di Kyiv. Alcuni loro membri, grazie ai contatti con i greci, goti e i discendenti degli sciti, erano sempre cristiani.