III. Il battesimo della Rus’-Ucraina (988)

Santi Volodymyr e Olha. Icona ricamata dal padre Dmytro BlazheiovskySanti Volodymyr e Olha. Icona ricamata dal padre Dmytro Blazheiovsky La religione cristiana nella Rus’, prima del regno di Volodymyr, non godeva di status della religione di stato, sebbene i principi di Kyiv, da Askold in poi, spesso diventassero essi stessi cristiani o aderivano alla fede in Cristo. Secondo la cronaca del 944, durante il regno del principe Igor (912-945), la chiesa di sant’Elia il profeta si trovava a Podil, in Kyiv. La principessa Olga (945-969), moglie di Igor, fu battezzata a Costantinopoli nel 957, e mantenne stretti contatti con l’imperatore tedesco Ottone I invitando, nel 959, i missionari tedeschi guidati dal vescovo Adalberto.

Tuttavia, il fattore decisivo per il futuro e l’identità della Chiesa nelle terre slave orientali, fu l’adozione del cristianesimo nel rito orientale come religione di stato, che avvenne attorno al 988, durante il regno di Volodymyr il Grande (978–1015), nipote del principe Igor e della principessa Olga.

Sebbene, secondo la cronaca di Nestorio, il principe Volodymyr inviasse i suoi messaggeri ai rappresentanti di diverse religioni, la sua preferenza era decisamente a favore del cristianesimo. Questa decisione non fu casuale. Oltre ai motivi religiosi, le opportunità politiche e culturali di tale passo giocarono un ruolo importante nell’adozione del cristianesimo, poiché il cristianesimo svolse un ruolo chiave nello spazio civilizzato dell’epoca. L’adozione della religione cristiana conferì al principe Volodymyr, e al suo stato, il prestigio morale e la legittimità di fronte agli altri paesi, portando a un cambiamento di atteggiamento dei loro sovrani nei suoi confronti. Il battesimo degli slavi orientali che popolavano, in quel periodo, nello Stato di Kyiv, contribuì attivamente alla diffusione della cultura scritta. I monasteri furono i luoghi di alfabetizzazione. Qui i libri venivano copiati, contribuendo così all’affermazione della cultura cristiana.

Gli storici ritengono che il primo metropolita arrivò a Kyiv da Costantinopoli durante il battesimo della Rus’. Allo stesso tempo però, la dipendenza da Costantinopoli non interferì nei contatti di Kyiv con la Sede Apostolica di Roma e con l’Occidente latino.

Il grande principe Volodymyr non si limitò al battesimo formale della Rus’. Cambiando egli stesso la vita (da giovane era orgoglioso e conduceva una vita dissoluta e disordinata), iniziò a svolgere le attività educative per le masse: eresse dei templi, finanziò la diffusione delle opere letterarie, fondò le biblioteche e le scuole.

L’ulteriore eredità della dinastia dei sovrani di Kyiv fu segnata dal martirio dei figli di Volodymyr – Borys e Glib – che furono uccisi nel 1015 dal loro fratello maggiore Svyatopolk, il quale fu successivamente soprannominato Okayannyi (“il Maledetto”) dal popolo, e cercò di usurpare il trono.

Entrambi i fratelli divennero i primi santi ucraini (russi) ufficialmente canonizzati.

La Metropolia di Kyiv conobbe il suo periodo d’oro sotto il regno di un altro figlio di Volodymyr: Yaroslav il Saggio (1019-1054), quando “la fede cristiana iniziò a fruttificare e a diffondersi”. Il principe eresse a Kyiv maestosi monasteri e chiese, e completò la costruzione della Cattedrale di Santa Sofia avviata da suo padre. Consolidando lo stato dall’interno, attraverso lo sviluppo dell’istruzione e della scienza nonché la codificazione della legislazione sulla base dei principi cristiani, Yaroslav il Saggio, inoltre, stabilì delle relazioni amichevoli con molti paesi europei. Per rafforzare la sua influenza sulle strutture gerarchiche della Metropolia di Kyiv e per separarla dall’influenza di Costantinopoli, egli favorì l’elezione del russo Hilarion al trono metropolitano di Kyiv nel 1051.

Dipinto "Battesimo di Rus’’”. Autore Vyacheslav NazarukDipinto "Battesimo di Rus’’”. Autore Vyacheslav Nazaruk

Il grande ruolo nella vita della Chiesa di Rus’ fu giocato dal monachesimo, che ruotava principalmente attorno al monastero di Kyiv-Pečersk, fondato da sant’Antonio da Pechersk. Un’importante figura riformatrice del monachesimo della Rus’ fu san Teodosio Pechersky, che nella seconda metà dell’XI secolo introdusse le regole di San Teodoro Studita, successivamente adottate da tutti i monasteri. La Lavra, un compless centro spirituale, contribuì molto in questo senso: con la creazione di icone, la redazione di cronache, la traduzione e la copiatura di diverse opere liturgiche, influenzando sia la vita ecclesiastica sia quella politica della Rus’.

Molti cambiamenti sostanziali avvennero nella Metropolia di Kyiv a causa della graduale disintegrazione dello stato in principati separati e di una feroce lotta per l’“eredità di Kyiv” contesa non solo da numerosi discendenti della famiglia Ryuryk, ma anche, dopo l’invasione da parte dell’Orda (1240), dai sovrani degli stati vicini. In queste circostanze, la Chiesa rimase di fatto l’unica istituzione pubblica nell’antica Rus’ di fronte alla disintegrazione dell’Ucraina e alla perdita della sua indipendenza politica. La Chiesa promosse la conservazione della cultura tradizionale e la formazione di una moderna comunità etnico-nazionale nelle terre ucraine, cosa che ebbe un ruolo importante nella lotta contro l’assorbimento di queste terre da parte di altre popolazioni nei secoli successivi.